Il Comitato Acqua Bene Comune Torino (Comitato acqua pubblica Torino fino al 2017) è composto da cittadin* e associazioni impegnate per l’affermazione dell’Acqua Bene Comune, essenziale per la vita e non mercificabile.
Apparteniamo al Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua al quale aderiscono oltre 80 reti nazionali e più di 1.000 realtà territoriali e centinaia di Enti Locali.
Abbiamo scelto di batterci per difendere un bene primario in quanto paradigmatico di tutti i beni comuni, all'interno di un contesto in cui movimenti e lotte sociali rivendicano un'alternativa al sistema neoliberista basato sullo sfruttamento della natura e delle nostre vite.
Storia
Nei primi 6 mesi del 2007 abbiamo raccolto in tutta Italia oltre 400.000 firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, e ottenuto la moratoria al 31 dicembre 2008 delle privatizzazioni in corso.
Nel 2009 abbiamo raccolto le firme di circa 12.000 cittadini torinesi per una delibera di iniziativa popolare volta a modificare lo Statuto della città di Torino. La campagna è terminata l'8 febbraio 2010 con l’inserimento nello Statuto della Città dell’ Articolo 80 - Servizio idrico integrato – che afferma il principio dell’acqua bene comune la cui proprietà e gestione deve essere pubblica e senza scopo di lucro. Si afferma, in sostanza che l’acqua NON è una merce!
Un'analoga delibera è stata presentata alla Provincia di Torino sottoscritta da 9564 cittadini. La campagna è terminata il primo giugno 2010 con la ratifica della modifica dello Statuto della Provincia di Torino.
In Italia il processo di privatizzazione ha subito un'accelerazione con l'approvazione, nel novembre 2009, del cosiddetto “decreto Ronchi” il quale avrebbe sancito la totale e definitiva privatizzazione dell'acqua potabile.
A luglio 2010 una vasta coalizione sociale ha presentato tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l'acqua in Italia, sostenuti da 1.402.035 firme raccolte in meno di tre mesi.
Il Comitato Acqua Pubblica Torino è stato tra i membri fondatori del Coordinamento Torinese dei Referendum per l'acqua pubblica proposti dal Forum italiano dei movimenti per l'Acqua. I coordinamenti torinesi e piemontesi si sono costituiti il 24 marzo 2010. Per la funzionalità politica e organizzativa del Coordinamento si è convenuto di adottare gli stessi criteri scelti a livello nazionale: rientrano tra i Promotori tutte le associazioni, movimenti, gruppi, singol* cittadin* che si impegnano a promuovere e sostenere con un proprio apporto l’iniziativa referendaria. Tra i Sostenitori: i partiti politici e quelle realtà che non si collocano tra i Promotori.
Dal 19 gennaio 2011 il coordinamento ha assunto il nuovo nome di Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune in conformità con la denominazione data al coordinamento referendario a livello nazionale.
Leggi l'elenco dei Promotori e Sostenitori del Comitato torinese ed i referenti provinciali del Comitato piemontese.
La campagna referendaria ha attivato una miriade di persone, iniziative, risorse che hanno portato alla grande vittoria del 12 e 13 giugno 2011. Particolare significato ha avuto la forma di finanziamento prescelta : il Prestito con restituzione: a chi offriva più i 50 euro abbiamo garantito la restituzione in caso di vittoria e di rimborso referendario. Così è stato, a dimostrazione che i soldi ci servono per fare politica, non la politica per fare soldi.
E dopo il referendum? L’attuazione del referendum è ancora in alto mare: le istituzioni nazionali e locali si sono dimostrate del tutto indifferenti se non ostili a rispettare la volontà popolare.
Abbiamo così deciso di riprendere il nostro nome originario Comitato Provinciale Acqua Pubblica Torino e sostituirci ai consiglieri comunali e provinciali e presentare nel 2012 una delibera di iniziativa popolare per applicare il referendum e mettere la SMAT al riparo della privatizzazione trasformandola in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico.
Nello stesso tempo partiva la campagna nazionale dell’Obbedienza Civile per l’applicazione del secondo esito referendario che aveva abrogato il profitto dall’acqua.
Dal 2012 ad oggi è stato un lungo, defatigante confronto con la Provincia e il Comune di Torino che si è scontrato con la malafede e l’inganno dei capigruppo PD: quello della provincia ha promosso un’altra delibera che respinge la nostra e ci offre un contentino inconsistente e fuorviante. Quello del Comune ha massacrato il testo della nostra delibera e ha subordinato la trasformazione di SMAT a tante e tali verifiche pretestuose e in mala fede per non arrivare mai allo scopo di attuare il Referendum …
A livello internazionale si è contribuito a costruire la Rete Europea per l’Acqua Pubblica, all'interno della quale è stato sperimentato il nuovo strumento “Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE)”, introdotto dal Trattato di Lisbona, il quale consente ai cittadini ed alle organizzazioni della società civile di proporre alla Commissione Europea un'iniziativa legislativa raccogliendo un milione di firme in almeno sette paesi dell'UE nell'arco di 12 mesi. L'iniziativa era volta a rendere l'acqua un diritto umano in tutti i Paesi membri dell'Unione Europea attraverso una petizione articolata in più punti, esortando la Commissione europea a proporre una normativa che sancisca il diritto umano universale all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e promuova l'erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti. La legislazione dell'Unione europea deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari. L'8 settembre 2015 il Parlamento Europeo ha votato per il diritto all'acqua in Europa, una grande vittoria per la democrazia, la società civile e per ciascuno degli oltre 2 milioni di cittadini che hanno firmato l'ICE sul diritto all'acqua.
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