Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
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SMAT - Misera fine di una maggioranza che aveva promesso il cambiamento.
L’ha dimostrato l’audizione sul piano industriale di SMAT davanti a ben 3 Commissioni consiliari permanenti. Il Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino ha avuto un bel documentare che in questi ultimi 10 anni SMAT non ha lavorato per la nostra comunità: alla diminuzione del 5,22% del consumo d’acqua ha corrisposto l’aumento del + 20% del fatturato, degli utili + 53%, della tariffa + 28% e purtroppo anche dello spreco idrico: i prelievi sono saliti da 350 milioni di mc nel 2015 a 395 milioni di mc nel 2021.
Solo 1 (una) consigliera 5stelle ha ricordato di aver chiesto chiarimenti oltre un anno fa senza alcun riscontro. Tutt* gli altri zitti come tombe. Salvo alcune parole di circostanza – “vedremo, ci penseremo” - del presidente della VI Commissione .
Il giorno dopo i giornali hanno dato notizia delle dimissioni dell’Amministratore Delegato di SMAT, indicato a quell’incarico strategico proprio dai 5Stelle. Per quali ragioni ha deciso di lasciare poco prima della presentazione del bilancio che, ricordiamolo, riassume l’attività dell’ultimo anno di SMAT sotto la sua direzione? Probabilmente un unicum, quanto meno nella storia delle aziende di servizi pubblici della nostra città.
Che non fosse riuscito a inserirsi bene in Azienda era noto a tutti. E che alle sue difficoltà non fosse estraneo l’immarcescibile Presidente, era altrettanto noto.
Lascia esterrefatt* il silenzio di tomba della Sindaca che lo aveva scelto, il mutismo dei consiglieri 5stelle, il loro rifiuto a parlarne in Consiglio comunale, malgrado le richieste di diversi consiglieri di minoranza.
Le OOSS avvertono la gravità della situazione, chiedono di conoscere le vere motivazioni delle dimissioni, esprimono preoccupazione per il futuro dell’azienda e auspicano soluzioni rapide ma … “anche interne, ad interim” (sic!)… come se fosse positivo ritornare alla situazione aziendale ante dimissioni dell’Amministratore Delegato.
Come non ricordare che nella Conferenza di Produzione da noi organizzata l’ 8 giugno 2019: avevamo messo in luce la pericolosa deriva impressa a SMAT dal suo gruppo dirigente, con il consenso di gran parte dei Comuni azionisti, indifferenti al valore dell’acqua Bene Comune e venalmente interessati a considerarla una merce, fonte di profitti da incamerare a bilancio.
Una deriva impressa con la progressiva esternalizzazione di attività, settori e competenze che erano il vanto dell’azienda, e l’orgoglio dei lavoratori e dei torinesi.
Basti l’esempio dell’Acquedotto di Valle, la cui progettazione preliminare definitiva ed esecutiva è stata totalmente affidata all’impresa che ha costruito la grande opera, costata circa 130 milioni di euro, pagati integralmente da noi utenti SMAT con la nostra bolletta dell’acqua.
Inaugurata il 29 giugno 2019, non fornisce ancora l’acqua a tutti i 27 comuni della Valsusa. E’ di questi giorni la notizia che l’allacciamento con il Comune di Rosta sarà completato fra due anni!
SMAT, come altre ex-municipalizzate, sta diventando una scatola vuota che serve solo a raccogliere i soldi delle bollette e consegnarli poi ai signori degli appalti perché è priva delle risorse professionali interne in grado di progettare e di controllare la qualità e l’esecuzione dei lavori. Così si persegue l’impoverimento dell’azienda di proprietà pubblica e la sua privatizzazione.
Se l’Amministratore delegato dimissionario ha cercato di scongiurare questa deriva ed è stato sconfitto, dovrebbe scattare un forte allarme per il futuro di SMAT: quei profitti, quella tariffa, quello spreco idrico dimostrano che la nostra azienda non persegue l’interesse sociale collettivo confermato dal Referendum del 2011, ma unicamente un miope scopo di lucro a danno di noi utenti, della tutela della risorsa e dell’ambiente.
Altro che interim: escano di scena ciechi amministratori comunali e miopi strateghi aziendali.
SMAT ritorni ad essere uno dei gioielli industriali di Torino, al servizio della nostra comunità, dove lavorare per la città significa lavorare anche per sé e non essere espropriati del valore del proprio lavoro per arricchire il padrone.
Torino, 3 giugno 2021