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Discorso di Paolo Ruffino,

Partigiano combattente delle Brigate d'AssaltoGaribaldi,

in occasione del 1° incontro della Scuola dell'Acqua di Torino Sud,

avvenuto in data 1.10.2010

presso l'ex sala del Consiglio Comunale di Nichelino

“Ringrazio questo comitato sull'acqua per la loro lodevole iniziativa sulla quale l'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia non può che essere sensibile ed approvarla ed io, come rappresentante della resistenza di Nichelino, voglio aggiungere alcune considerazioni su quanto già detto.

Acqua, una semplice parola sulla quale si può dialogare all'infinito cominciando col dire che la frase che sentiamo dire: “facile come bere un bicchier d'acqua” è un falso grossolano poiché la storia insegna che solo dall'Ottocento in poi le città europee si sono dotate di acquedotti che la trasportano, pura e potabile, alla bocca di tutti. L'acqua, come l'aria e il pane, è la vita, dove non c'è acqua non c'è vita e se finisce l'acqua finisce la vita. Dell'acqua si è sempre apprezzato, quando si riusciva a berla, il sapore neutro e pulito, il sapore non sapore, il sapore dell'acqua, appunto.

L'acqua è stata definita “oro liquido”, o “il petrolio del XXI secolo”. Bene raro e prezioso che va sempre garantito per dissetare uomini e animali e irrigare le coltivazioni.

Si legge di santi che la fanno scaturire da luoghi aridi o addirittura dalla roccia, come fece Mosé nella Bibbia. Per l'acqua si sono svolte lotte armate, quella pubblica è vita, mentre quella privata profuma di guerra; in Palestina sono arrivati ad avvelenarla per scacciare i palestinesi dalla loro terra. Noi oggi, se abbiamo bisogno dell'acqua, ci basta aprire un rubinetto, ma in tanti paesi del mondo percorrono a piedi lunghe distanze con un secchio in mano e vanno a prelevarla da pozzi, fiumi, stagni o pozze fangose.

L'acqua non è un bene qualsiasi, l'acqua come l'aria è un bene comune indispensabile per sopravvivere, un alimento di vita insostituibile.

Ma nubi nere sono sorte all'orizzonte, e questa nostra società capitalista ci ha partorito un bel decreto legge: la legge 133 varata nel 2008 dall'allora ministro Ronchi, che trasforma i servizi legati all'acqua pubblica i SPA, società per azioni.

E qui la società civile ha prontamente reagito e sono nati i movimenti, il forum Italiano per l'acqua, a difendere la natura pubblica di un bene essenziale che è vita e siccome non si può privatizzare la vita, l'acqua da sempre è stata pubblica e tale deve rimanere.

La reazione energica è scattata con la proposta di referendum per riportare la gestione dell'acqua sotto il controllo pubblico. La raccolta firme ha battuto ogni record, quasi un milione e mezzo di firme, meglio del referendum sul divorzio, che già aveva avuto ottimi risultati. E voglio rimarcare che a promuoverlo erano soprattutto le associazioni laiche, religiose e ambientaliste con l'appoggio di pochi partiti e senza il sostegno mediatico delle testate giornalistiche. E sul tema sono stati assenti i partiti bipartisan di destra e di centro-sinistra.

Ora si è creato un grave pericolo circa l'uso di un bene comune. Dove l'acqua è passata ai privati sono cominciati i guai, servizi peggiorati e aumenti stratosferici. La chiave dei contatori è finita in mano a banche e multinazionali e quello che prima era un diritto collettivo è diventata una merce da pagare a caro prezzo.

I comuni avevano pieno titolo per decidere come gestire le risorse idriche senza subire interventi dall'alto, ogni problema finiva bonariamente risolto nel proprio comune. Ora saranno vertenze burocratiche con gestori che conosceremo solo da una intestazione anonima su una bolletta.

Chi governa l'acqua ha potenzialità di comando e questo potere deve essere gestito solo dal potere pubblico. Noi purtroppo non apprezziamo a sufficienza, quei 50 litri d'acqua (in media) che ognuno di noi usa giornalmente per alimentare la nostra civiltà e dimentichiamo sovente che l'acqua sul nostro globo è già un problema: non basta più a tutti e in Africa sono alle prese con il problema della sete.

Nella storia l'uomo ha sempre lottato per l'accesso all'acqua e noi oggi dobbiamo lavorare affinché essa torni ovunque a essere un bene comune e senza fini di lucro.

Noi Partigiani in montagna abbiamo combattuto e pagato a caro prezzo: rosso non era solo il FOULARD dei garibaldini, ma anche il sangue dei caduti della resistenza partigiana. Abbiamo combattuto per la conquista della libertà per tutti ma non solo, poiché la libertà senza giustizia è cosa vana e noi resistenti abbiamo sempre lottato anche per la giustizia sociale.

Dalla lotta di liberazione è nata la Repubblica Italiana, democratica e con una COSTITUZIONE ritenuta una delle più avanzate al mondo. Essa garantisce tutti i diritti dell'uomo che oggi vengono dati per scontati oppure svenduti senza pensarci troppo. Ad esempio si può ragionare sull'articolo Primo della Costituzione, che recita così: “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. E qui mi viene da ridere (per non piangere) poiché in realtà la nostra società è fondata sul lavoro precario, sul lavoro nero, su milioni di disoccupati, su altri milioni che il lavoro lo cercano invano e chi ha la fortuna di averlo (ho detto fortuna e non diritto) è considerato una zavorra, come un oggetto “usa e butta”. E il governo in carica del cavalier Berlusconi, che dovrebbe risolvere questi gravi problemi, agisce come un medico che dà un'aspirina per curare un malato terminale.

L'A.N.P.I. è sempre stata vigilante e non può restare indifferente a un problema fondamentale come quello qui in discussione. Noi all'A.N.P.I. siamo consapevoli dell'importanza vitale dell'acqua e appoggiamo tutte le iniziative a suo sostegno. Fino ad oggi l'acqua dove è stata privatizzata è divenuta una mangiatoia che ha dato a pochi più da mangiare che non da bere.

Noi diciamo No!

Alla mercificazione dell'acqua e dove si scrive acqua si deve leggere democrazia e la democrazie è un bene comune da difendere. Noi vogliamo un sistema sociale in cui l'acqua sarà fine a sé stessa e non sazierà la sete di denaro. Attenzione dunque, vigiliamo e lottiamo poiché l'attuale sistema sociale basato unicamente sul profitto, ci sta rubando anche l'acqua da bere.

Grazie.”