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Anche quest’anno i dirigenti SMAT chiudono il bilancio 2017 con € 60 milioni di utile. E per prima cosa si aumentano le prebende, mandando su tutte le furie i sindaci dei Comuni soci SMAT che prendono gettoni ridicoli ma soprattutto diventano matti a far quadrare i loro bilanci. Mentre per SMAT, con la connivenza di ARERA, basta aumentare la tariffa e il gioco è fatto. Il che non significa affatto che l’azienda sia gestita bene.

Vediamo un po’ come sono andate veramente le cose in questi ultimi 5 anni in casa SMAT spa:

20180704 BilancioMercantiTabella

PREVALE L’IDEOLOGIA DEL MERCATO (MA SENZA CONCORRENZA)

 

L’incremento del 160% dell’utile in 5 anni dimostra quanto sia ideologicamente viziata la decisione di Standard & Poor's di abbassare il rating di SMAT (v. pag 23 del Bilancio 2017 ) solo perché il Comune di Torino ha deliberato di proporre la sua trasformazione in Azienda di diritto pubblico.

Del resto le Agenzie di rating sono istituzioni private, di proprietà di privati con clienti privati.

SMAT spa, con le sue cospicue risorse, deve uscire da questa cerchia di finanza privata ed entrare finalmente nell’ambito del diritto pubblico dove la Cassa Depositi e Prestiti deve ritornare al compito assegnatole da Cavour: raccogliere il risparmio popolare per finanziare opere pubbliche a condizioni indipendenti dal rating delle sanguisughe.

Investimenti inferiori alle previsioni
Quanto agli investimenti SMAT spa dimostra di non riuscire a utilizzare tutte le risorse di cui dispone:

  • nel 2017 ha realizzato € 81 milioni di investimenti rispetto ai 100 milioni previsti dal Piano d’Ambito;
  • nel periodo 2012-2017 ha realizzato complessivamente € 467 milioni di investimenti rispetto ai € 547 milioni previsti dal Piano d’Ambito.

Finanziamenti e tariffa
Per legge europea e nazionale il Servizio Idrico Integrato deve essere finanziato totalmente dagli utenti attraverso la tariffa che deve coprire tutti i costi di gestione e finanziari. Il metodo tariffario stabilito da ARERA (che costa molto e fa solo danni) consente vere e proprie speculazioni inaccettabili quale ad es: scaricare su tutti gli utenti i costi della morosità (circa € 7 000 000/anno). Tant’è che la Presidenza di ATO3 torinese ha protestato giustamente nelle sedi opportune.

Uno sguardo attento al Piano degli investimenti, documento essenziale per la formazione della tariffa, potrebbe riservare più di una sorpresa ai Comuni che non si limitassero ad alzare la mano in sede di Assemblea. Ma potrebbero porsi, e porre a Smat, spa qualche domanda in merito, ad es.

  • al finanziamento dell’Acquedotto di Valle (opera di compensazione delle Olimpiadi 2006? Del TAV? o caricato in tariffa per il 90%?), alla potabilizzazione dell’acqua a raggi ultravioletti o col tradizionale cloro? Ma soprattutto: il nuovo acquedotto sostituirà gli attuali acquedotti comunali o li alimenterà solo in caso di emergenza, approvvigionando essenzialmente la rete urbana di Torino?
  • quanto è costato all’azienda, e a noi utenti, l’infausto appalto di € 20 milioni del 1° lotto del Collettore Mediano di Torino, aggiudicato e poi annullato nel settembre 2017? Il Bilancio SMAT 2017 non ne fa cenno alcuno, anticipando invece che l’intero lotto per € 125.755.000 del Collettore Mediano verrà appaltato entro giugno 2018.
  • al dubbio, che abbiamo già espresso all’ATO3 senza ottenere ancora risposta, che i vertiginosi aumenti della tariffa a copertura di tutti i costi che l’azienda sostiene per erogare i servizi non comprendano forse anche quelli di opere … programmate ma non attuate?

Forse questa è la vera ragione di chi si oppone alla trasformazione di SMAT in Azienda di diritto pubblico: per evitare che, almeno una volta all’anno, i Consigli comunali siano direttamente chiamati a votare il bilancio della loro azienda idrica e che per qualche consigliere la Trasparenza non sia una parola vuota.

Torino, 4 luglio 2018