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Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

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Ad inizio ottobre la stampa ha dato notizia dell'allagamento, causato da un guasto alle pompe di drenaggio, verificatosi nel cunicolo esplorativo per il TAV Torino-Lione.

Ciò riporta all'attenzione l'effetto delle grandi opere sull'assetto del territorio; in particolare in questo caso, l'impatto sulla risorsa idrica, e ci induce ad alcune considerazioni:

  • Il “Bilancio ambientale del cunicolo esplorativo de La Maddalena” predisposto da TELT sas nel 2019[1], riguardante il periodo marzo 2014 (inizio dei lavori) – dicembre 2018, riporta la quantità d'acqua in uscita dal depuratore a valle del cunicolo (al netto delle piogge). Nel periodo in esame risultano fuoriusciti dalla montagna 9 milioni m³, pari ad una media annua di 1,85 milioni m³. Per rendere un'idea dei volumi, si tratta del consumo d'acqua annuo di 23.000 persone (considerando il dato Istat sul consumo pro capite di 220 litri/giorno).
  • L'acqua che fuoriesce è in gran parte inutilizzabile per scopi di cantiere e viene immessa nella Dora Riparia. Stante le impurità presenti e le temperature elevate, deve essere purificata e raffreddata per non alterare l'equilibrio naturale del fiume, come prevede la legge in vigore.
  • I trattamenti di depurazione e raffreddamento comportano un rilevante dispendio energetico, con ulteriori emissioni di inquinanti.
  • Considerando che questi dati riguardano una galleria secondaria, di limitato chilometraggio e profondità, è ragionevole prevedere che lo scavo del tunnel principale, lungo 57 km e che raggiungerà maggiori profondità, causerà perdite quantitativamente più significative di acqua, la quale avrà temperatura più elevata.
  • Tutto questo determina la sottrazione dell'acqua dal suo ciclo naturale. Borgate e rifugi alpini vengono lasciati a secco (con costi economici e ambientali per rifornirli in via alternativa). Sono a rischio di compromissione ecosistemi preziosi e tutelati dalle Direttive comunitarie, come torbiere d’alta quota, ruscelli stagionali, pozze e stagni, sorgenti calcarizzanti.
  • In sostanza, si produce un'alterazione del naturale ciclo dell'acqua, con impoverimento delle falde, inaridimento dei pascoli, danni per la fauna e la peculiare flora montana.

Va ricordato che già la realizzazione delle gallerie dell'alta velocità nel territorio appenninico del Mugello ha purtroppo, dato esplicita dimostrazione dei suoi effetti disastrosi per l'ecosistema.

Insomma, a prescindere da ogni altra considerazione sul TAV To-Lione, già dai lavori propedeutici alla realizzazione della galleria principale, non ancora iniziata, pare evidente il consistente danno arrecato alle fonti idriche, al territorio, al clima. Danni destinati ad aumentare enormemente con il progredire dell'opera. La stessa LTF, ora TELT, società incaricata di eseguire l'opera, valuta perdite d'acqua tra i 60 e i 120 milioni di m³ l'anno (cioè il fabbisogno di 750.000/1.500.000 di persone).

Da notare che questi “effetti collaterali” sono stati previsti in ambito progettuale e sono stati approvati dalle autorità competenti.

Ravvisiamo una palese incoerenza tra l'accettare l'attuale, progressiva devastazione del territorio, a fronte di ipotetici vantaggi futuri, e le ormai quotidiane dichiarazioni governative di allarme ed impegno per contrastare la drammatica realtà del cambiamento climatico e del degrado ambientale.

Chiaro esempio ne è il PNRR dove, da una parte si sostengono opere come il TAV, dall'altra si intende tutelare il territorio e la risorsa idrica, anzi precisando che nessuna misura del piano arreca danni agli obiettivi ambientali.

Forse, la classe di governo, nazionale e locale, anziché ribadire atteggiamenti fideistici sulle sorti “magnifiche e progressive” delle grandi opere, dovrebbe riflettere e approfondire con obiettività sull'effettivo impatto che queste hanno sul territorio e sulla vita delle loro comunità.

Torino, novembre 2021

[1] V. sito web del Ministero della Transizione Ecologica: https://va.minambiente.it/File/Documento/390523

 

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