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SALVARE L’ACQUA PER SALVARE IL FUTURO

 

Qualche settimana di pioggia non basta a salvarci dal cambiamento strutturale del clima, dagli sprechi e da un insensato sfruttamento del territorio.

Abbiamo il dovere di mettere in sicurezza l’acqua: non possiamo più permetterci sprechi, acquedotti colabrodo, territori aggrediti dalla speculazione e dal cemento.

Non possiamo più consentire che il profitto di pochi prevalga sul bene comune.

 

Chiediamo a tutt* coloro che si candidano per governarci,

a livello comunale, regionale ed europeo:

  • di mantenere pubbliche e/o rimunicipalizzare le aziende idriche per garantire a* cittadin* la gestione senza scopo di profitto dell’acqua bene comune
  • rinnovare la rete acquedottistica, l’unica grande opera di cui abbiamo bisogno per mettere in sicurezza l’acqua, per noi e per le generazioni che verranno
  • fermare il consumo di suolo che, secondo dati Istat, procede inesorabilmente a dispetto delle belle parole dei nostri politici. La cementificazione oltre a distruggere terreni fertili e deturpare il paesaggio, impermeabilizza il suolo impedendo l'assorbimento delle acque piovane e dunque la ricarica della falda
  • tutelare la salute dei cittadini richiedendo al governo e alla UE la messa al bando dei PFAS, pericolosi inquinanti pervasivi e non degradabili nell’ambiente che già hanno inquinato le acque del Veneto e la cui presenza ora è stata riscontrata non solo nell’alessandrino, dove ha sede la Solvay azienda produttrice di questi composti, ma anche a Torino e nel resto del Piemonte 
  • promuovere una cultura dell'acqua come risorsa limitata, che come tale va usata. Sin dalle scuole si deve intervenire con una formazione specifica, ma l'intera popolazione deve essere sensibilizzata sulla necessità di evitare sprechi e sul consapevole utilizzo della risorsa.

Ai candidati alle elezioni europee chiediamo in particolare di sostenere la Water Resilience Initiative volta a ridurre la nostra impronta idrica e a proteggere gli ecosistemi e la Nature Restoration Law  sul ripristino degli ambienti naturali.

La concezione puramente economicista del mondo e della società, volta ad estrarre valore finanziario da ogni risorsa naturale si sta rivelando fallimentare: ci serve una visione alternativa, democratica e comunitaria se vogliamo garantirci un futuro.

 

Torino, giugno 2024