Ai Consiglieri e alle Consigliere comunali della Città di Torino
Come sapete i vertici di Federutility (l’associazione a cui aderiscono anche le nostre Aziende municipali) hanno deciso di organizzare una Festa del’Acqua che si svolge in questi giorni a Genova da dove partirà poi una staffetta dell’acqua che toccherà diverse città italiane, e arriverà anche in Piazza Castello a Torino nei prossimi giorni.
L’iniziativa costerà 450.000 euro a carico di Federutility, e cioè delle aziende associate comprese le nostre IREN e SMAT
Ricordiamo che solo qualche mese i vertici Federutility avevano assunto abusivamente il ruolo di un autentico “comitato per il NO” (o peggio: per l'astensione) al Referendum sull’acqua pubblica, strumentalizzando la loro posizione di potere a capo di Aziende di proprietà largamente pubblica. Se la loro strategia avesse avuto successo, le nostre aziende di servizi pubblici sarebbero state svendute entro il 31 dicembre di quest’anno, tutte insieme e tutte nello stesso tempo e in una congiuntura terribilmente sfavorevole ai venditori.
Avevamo chiesto le immediate dimissioni dei vertici Federutility per una ineludibile esigenza di rispetto della volontà di oltre ventisei milioni di cittadini e per il danno che, come amministratori di importanti patrimoni di proprietà della Cittadinanza, questi personaggi avrebbero recato agli stessi Comuni (ed altri Enti Locali) che li hanno nominati.
Con la Festa dell’acqua cercano ora di far passare in modo più subdolo lo stesso messaggio: l’acqua va privatizzata perché solo i privati sarebbero in grado di apportare i capitali necessari per gli investimenti nel settore idrico. È una madornale falsità: negli ultimi dieci anni, da quando cioè le Aziende Municipalizzate di diritto pubblico sono state trasformate in Società per Azioni di diritto privato, nelle quali i privati detengono rilevanti quote del capitale azionario e determinano i criteri di gestione, gli investimenti sono crollati da € 2 miliardi/anno a € 600 milioni/anno
I 26.000.000 di Sì al Referendum per l’Acqua Pubblica hanno fatto giustizia di quelle menzogne ma i vertici di Federutility continuano a invocare provvedimenti in totale conflitto con la verità dei fatti e con l'esito del voto.
Chiediamo al Comune di Torino e alla Smat di non aderire all’iniziativa,
di impedire che il suo costo si ripercuota sulle nostre bollette, (lo paghi semmai il presidente di Federutility e di Iren con il suo stipendio di 500.000 euro l’anno a carico della collettività).
A manager così intraprendenti con i nostri soldi va chiesto conto della fallimentare avventura siciliana dove sono andati a gestire – tramite la controllata Soc. Acque Potabili – l’acquedotto di Palermo accumulando finora milioni di debiti a carico anch’essi della nostra collettività.
IREN e SMAT si decidano a ridurre le tariffe della quota relativa alla remunerazione del capitale investito: quel 7% abrogato dalla vittoria del secondo quesito referendario.
Settembre 2011