Comitato Referendario Torinese 2Sì per l'Acqua Bene Comune
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Ai Consiglieri/e Comunali della Città di Torino
p. c. Sig. Sindaco
p. c. Sigg. Assessori
Signor/a. Consigliere/a,
a giorni verrà sottoposta alla sua approvazione la proposta di delibera che intende trasformare la Finanziaria Città di Torino Srl in una Holding, con il conferimento di tutte le partecipazioni azionarie della Città in vista di una dichiarata progressiva privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Rispetto a tale proposta il Comitato Acqua Pubblica Torino, componente del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che ha contributo a promuovere e vincere i Referenda contro le privatizzazioni, intende sottoporle con forza le proprie preoccupazioni e considerazioni.
Il primo dei Referendum ha visto il Popolo Italiano abrogare l'obbligo di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali, non solo dell'acqua.
La manovra estiva reintroduce le norme abrogate (seppure surrettiziamente con strumentali incentivi e penalizzazioni), con la riduttiva esclusione dell'acqua dall'ambito di applicazione. Contro tali norme esistono differenti ricorsi alla Corte Costituzionale, alcuni già presentati, altri, fra cui quello del Comitato Referendario, di prossima presentazione.
Questo quadro normativo non ancora certo rende sconcertante la fretta della Giunta Comunale di adottare un provvedimento che sarà inevitabilmente impugnato dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale e fortemente contestato dalla società civile.
I risultati di un Referendum non debbono mai essere interpretati al di là del quesito sottoposto al voto; comunque sarebbe cecità politica e superficialità culturale non vedervi una prima, inequivocabile e profonda presa di distanza dei Cittadini dal dogma ideologico del “tutto mercato”. Nel momento in cui imperversa la crisi prodotta dallo strapotere della finanza, le si vogliono offrire, a prezzi di saldo, parte di qui servizi pubblici che danno sostanza il moderno concetto di cittadinanza.
Speravamo che il duetto a cui si è assistito mesi fa, tra l'ex sindaco Chiamparino e l'ex ministro Ronchi (di fronte a un parterre di finanzieri) con cui si gareggiava nell'adesione allo spirito privatizzatore (“lo spirito della Storia a cavallo” s'usava dire un tempo in altre circostanze), appartenesse al passato. Purtroppo non è così.
Vorremmo ricordarle, Signor/a Consigliere/a, che la proposta contribuirà a indebolire la Sua capacità di controllo mettendo un filtro, anche normativo, tra il Consiglio Comunale e le società operative incaricate dei pubblici servizi.
Il popolo dell’Acqua non si sottrarrà ai suoi compiti di informazione, mobilitazione e collegamento tra differenti componenti della società allo scopo di difendere l'espressione della volontà popolare. Per questi motivi la invitiamo ad incarnare quella libertà di giudizio, indipendente da pregiudizi ideologici, che il Suo ufficio comporta.
All'inizio del secolo passato la nostra Città creò una moderna ed efficiente rete di servizi pubblici sapientemente governati dal Comune. Tutto questo fu fatto con un ampio ed esauriente dibattito e consultazione popolare (si utilizzò anche lo strumento del referendum comunale !) e fu fatto all'epoca di Giolitti e dello Statuto Albertino.
Non vorremmo che nel 150° dell'Unità nazionale i Torinesi debbano rimpiangere i perduti livelli di democrazia e partecipazione dei tempi del Regno d'Italia e dello Statuto. Sarebbe di pessimo auspicio per il futuro della nostra Città.
Con l'occasione voglia gradire i nostri migliori auguri di buon lavoro.
Ottobre 2011
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