10 marzo 2013 …. Se SMAT non fosse più una SPA
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…. Se SMAT non fosse più una SPA
… avrebbe difficoltà a trovare 18,2 milioni di euro per finanziare un progetto – di 300 milioni di euro - di cui né il Consiglio comunale di Torino né gli utenti sanno nulla.
Si tratterebbe – scrive Beppe Minello su La Stampa del 9 marzo – “di dotare mille utenti di speciali centraline, al posto del contatore classico, che permetteranno di monitorare eventuali perdite delle tubature, sia dell’abitazione privata, sia delle tubature pubbliche; e anche la qualità di ciò che arriva nel bicchiere (… ) Se la sperimentazione avrà successo potrà essere estesa ai 350 mila utenti SMAT del torinese con un investimento , in cinque anni, di 300 milioni”
Prima domanda, a cui l'articolista non dà risposta: perchè chiedere 3,5 milioni di euro alle banche (o a UNA banca) quando ci sono 20 milioni di utili?
E poi: sono queste le vere priorità della nostra Azienda dell’Acqua?
Chi le ha decise?
I Comuni soci sono d’accordo su un investimento di 300 milioni di euro?
Cosa ne pensano i Consiglieri Comunali di Torino?
Se SMAT non fosse più una SPA – ma un’Azienda di diritto pubblico - il nostro Consiglio Comunale sarebbe obbligato ad occuparsene e ascoltare anche le indicazioni - GRATUITE - raccolte dalle migliaia di utenti che hanno firmato la delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico, per i quali due problemi sono assolutamente prioritari:
1. - eliminare il sapore e l’odore del cloro dall’acqua del rubinetto.
SMAT si solito risponde che la clorazione è il metodo più sicuro ed economico per garantire la potabilità dell’acqua. Ne esistono altri, altrettanto efficaci, che finora sono stati scartati.
Non si dimentichi che il cloro, sia pure in quantità minime, non è un toccasana per chi soffre di malattie o anche solo di disturbi gastro-intestinali e in ogni caso induce all’acquisto dell’acqua in bottiglia con un aggravio di spesa di circa 120 euro l’anno
per un bilancio familiare
2. - installare il contatore individuale, come per l’elettricità e il gas.
Ogni famiglia si renderebbe conto, senza bisogno di litigare nell’assemblea di condominio, di chi consuma quanto, e si regolerebbe di conseguenza. Il progetto SMAT prevede invece la sostituzione del contatore centrale.
Non c’è bisogno di 18,2 milioni di euro per sapere queste cose.
Basta ascoltare i cittadini-utenti !
Il Consiglio comunale verifichi se 300 milioni di euro sono davvero necessari per la BUONA gestione del nostro Bene Comune.
Ma lo può fare solo se SMAT non fosse più una SPA di diritto privato e quindi SEGRETO ... e qui casca l’asino!
La Stampa completi l’articolo firmato da Beppe Minello il 9 marzo 2013 con queste informazioni.
Torino, marzo 2013