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Il consiglio comunale di Nichelino ha approvato il 30 Novembre 2010 una modifica dello Statuto cittadino dove si dichiara il servizio idrico privo di rilevanza economica, quindi non privatizzabile.
Ci rallegriamo molto per questa importante decisione, e chiediamo ai nostri amministratori di continuare su questa strada facendo valere questa deliberazione anche nei luoghi dove si decide il futuro del nostro acquedotto, e cioè l’assemblea di SMAT e ATO3 (l’autorità garante in materia di servizi idrici) - dove anche il nostro Comune ha una propria rappresentanza.
Invitiamo altresì ad appoggiare la richiesta di moratoria, affinché la messa a gara dei servizi pubblici locali - acqua compresa - sia sospesa fino al momento in cui i cittadini potranno decidere di ciò che è loro tramite il referendum, e di fare tutto quanto in loro potere per mantenere la gestione pubblica del nostro acquedotto.
Questo richiede la trasformazione di SMAT in azienda di diritto pubblico, per gestire la nostra acqua come un Bene di tutti e non una merce per pochi.
L’Azienda di diritto pubblico (Consorzio, Azienda speciale)
* non opera a scopo di lucro, né di speculazione perché non entrano in gioco interessi e capitali privati: la bolletta non sarà più maggiorata del 7% per garantire un margine di profitto minimo agli investitori, come accade ora.
* nella tariffa sono compresi i costi di esercizio e una quota di finanziamento per la manutenzione degli impianti e per gli investimenti. La sua gestione deve essere trasparente come l’acqua, efficiente, equa, solidale e partecipata dai lavoratori e dagli utenti.
* è una libera scelta che i Comuni possono fare, sancita dalla legge e dalla giurisprudenza italiana ed europea
* non è soggetta all’art. 23bis L.133/08 che impone la privatizzazione dei Servizi pubblici locali quando sono gestiti da società di diritto privato come le Società per Azioni, a Responsabilità Limitata, ecc.
* non fa profitti, quindi non paga l’IRPEF e mantiene così milioni di euro sul nostro territorio
Per questi obiettivi si sono espressi oltre 1.400.000 italiani/e che hanno chiesto di sottoporre a Referendum le leggi che impongono di privatizzare l’acqua e i servizi pubblici locali.
Nella tabella scaricabile qui sotto e' riportato un interessante confronto tra "Quel che dicono gli atti pubblici" e "Quel che dichiarano 'lorsignori'", un elenco di dichiarazioni rese recentemente ai media dai nostri rappresentanti locali in relazione alla privatizzazione del servizio idrico integrato.
Ad un lettore attento certamente non sfuggiranno "le lievi differenze" tra le due colonne che hanno motivato le lettere inviate ai Consiglieri comunali e circoscrizionali di Torino e ai Consiglieri provinciali.
Egregio/a Consigliere/a
Abbiamo dovuto constatare che diverse personalità (pubblici amministratori e amministratori di società controllate dai nostri Enti Locali) rilasciano continuamente dichiarazioni sull’acqua di Torino che prescindono totalmente dai deliberati del Consiglio del Comune e della Provincia.
Riteniamo che questo comportamento sia irrispettoso della Cittadinanza e delle regole della Democrazia.
Ne siamo sconcertati e Le chiediamo perciò di voler verificare quale fondamento abbiano le suddette dichiarazioni e di intervenire prontamente per far rispettare da chi di dovere - chiunque esso sia – la volontà del Consiglio Provinciale di Torino espressa in diversi atti consiliari1 e da ultimo, per quanto riguarda l’acqua, con l’approvazione della deliberazione di iniziativa popolare e le conseguenti modifiche dello Statuto della nostra Provincia che sanciscono la proprietà e la gestione pubblica senza scopo di lucro del Servizio Idrico Integrato.
Analoga decisione è stata assunta dal Consiglio Comunale di Torino.
Le segnaliamo a questo proposito la recente sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce inequivocabilmente ed esclusivamente all’Ente Locale il potere di scegliere il regime di gestione di diritto pubblico o privato dei Servizi Pubblici Locali2.
Su tale questione, come Lei ben sa, è pendente un Referendum abrogativo dell’art 23bis della legge 133/2008 e una pronuncia sulla costituzionalità dello stesso, su ricorso di 5 Regioni italiane tra le quali il Piemonte.
La sollecitiamo quindi ad operare affinché siano abbandonati eventuali progetti di messa a gara del Servizio Idrico Integrato contro i quali si sono già espressi circa 10.000 cittadini della nostra provincia firmando la proposta di delibera di iniziativa popolare citata e lo stesso Consiglio provinciale che l’ ha approvata il 1° giugno di quest’anno.
La ringraziamo per l’attenzione e contiamo sul Suo impegno istituzionale coerente con le deliberazioni finora assunte dal Consiglio provinciale.
Per il Comitato Acqua Pubblica Torino
Simona Bombieri
1 Odg n.16957/2005 del 1° marzo 2005, Seminario 17 dicembre 2005, Deliberazione n.16262/2010
2 http://www.dirittodeiservizipubblici.it/sentenze/sentenza.asp?sezione=dettsentenza&id=3085