Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
Via Mantova 34 - 10153 Torino
Tel. 388 8597492
Uno dei principali e dei più immediati effetti del riscaldamento globale è la crisi idrica, di cui già abbiamo vissuto assaggi con la siccità e gli incendi del 2017.
L'acqua verrà presto a mancare, almeno rispetto a quella che siamo abituati ad avere a disposizione, eppure dell'ingente spreco idrico dei nostri acquedotti, e più in generale delle infrastrutture di trasporto idrico, nessuno si preoccupa.
Piuttosto si pensa nuovamente alla realizzazione di dighe che vanno ad impattare fortemente sugli ecosistemi alpini già fragili e minacciati dal cambiamento climatico.
La vera grande opera necessaria per la preservazione delle fonti idriche per le generazioni attuali e future, è un grande piano di sostituzione degli acquedotti che attualmente fanno perdere quasi la metà dell'acqua che preleviamo. Uno spreco che non ci possiamo più assolutamente permettere.
Questo principio è contenuto chiaramente nella legge 52, oggi in discussione in commissione Ambiente alla Camera, che riprende la proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal movimento per l’acqua, e che chiediamo al Governo di approvare presto e senza emendamenti che la snaturino (come purtroppo c’è il rischio che accada).
“Acqua Bene Comune” non è uno slogan elettorale, ma comporta scelte ben precise da parte di chi ci governa – esattamente come la difesa del clima.
All’inizio del secolo scorso, Giolitti volle istituire le aziende municipalizzate, per dare vita alle grandi opere pubbliche che hanno garantito a tutti i cittadini l’accesso all’acqua. Lo ha fatto poiché sapeva che un’opera del genere sarebbe stata possibile solo sottraendola alla volontà di profitto. Dopo oltre 100 anni, dopo le privatizzazioni e il “laissez faire” al mercato, siamo nella condizione di dover riscoprire Giolitti, per non piombare nella catastrofe ecologica senza precedenti in cui rischia di farci cadere la follia neoliberista, che si ammanta, a parole, di modernità, ma ha in testa l’800.
Per tutti questi motivi sentiamo che la vostra lotta è anche nostra, e saremo con voi il 15 Marzo.