24 gennaio 2013 Cascina Roccafranca: La crisi nella città - Le mani sulla città - Eventi, cemento e debito
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Ieri l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazzione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Ma fa anche di peggio.
Infatti, il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa, creando, così, un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie.
Ciò è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di ingenti investimenti nei prossimi anni (alcune stime parlano di circa 2 miliardi di € l'anno per i prossimi 20/30 anni).
L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.
Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finchè questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.
Perchè si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzare entrambe.
Roma, 29 Dicembre 2012.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Per ulteriori informazioni: Scarica le osservazioni del Forum Acqua sul Metodo Tariffario
COMUNICATO STAMPA
Il Governo Monti fa marcia indietro: la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile
La mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.
La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.
Roma, 20 gennaio 2012
. Il mio voto va rispettato
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È ormai passato un anno e mezzo dal Referendum del 12-13 giugno 2011 quando 26 milioni di italiani/e hanno affermato che l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, da gestire in forma pubblica e partecipata senza logiche di profitto. È stato un voto contro la privatizzazione dei Servizi Pubblici Locali.
Quel voto ha messo in campo il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale, capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria, sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia, i governi Berlusconi e Monti hanno risposto con attacchi diretti e indiretti al voto referendario, riproponendo, sotto nuove forme, le stesse norme abrogate.
Il COMUNE di TORINO ne ha approfittato
per vendere a basso prezzo le Aziende Municipali ed è rimasto del tutto inerte sulla SMAT, la nostra azienda dell’acqua, a differenza di altri Comuni italiani : Napoli, Belluno, Imperia, Reggio Emilia, Provincia di Cremona, che hanno attuato il Referendum trasformando le loro aziende idriche in Aziende Speciali di diritto pubblico escludendo così la loro privatizzazione.
A Torino si sono dovuti attivare migliaia di cittadini
firmando la Delibera di Iniziativa Popolare
che impedisce la privatizzazione di SMAT, la nostra azienda dell’acqua.
Sono già passati sei mesi dalla presentazione di quella Delibera ma il Consiglio Comunale di Torino non l’ha ancora approvata, come se non contasse nulla la volontà del 96% dei torinesi che al Referendum hanno votato Sì all’acqua pubblica.
che trasforma SMAT SpA in Azienda Speciale Consortile di Diritto Pubblico per impedirne la privatizzazione e rispettando così la volontà popolare espressa da 383.651 torinesi nel Referendum
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua - Comitato Acqua Pubblica Torino
via Mantova 34 – Torino - www.acquapubblicatorino.org - Tel. 388 8597492
Dic12
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COMUNICATO STAMPAReggio Emilia verso la ripubblicizzazione dell'acqua |
Ieri, 17 Dicembre, il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha votato una mozione che avvicina la cittadina emiliana alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico e rappresenta un ulteriore indirizzo per il resto d'Italia.
Infatti, la mozione di iniziativa popolare presentata dal Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia, votata addirittura dalla maggioranza del Consiglio Comunale (PD e SEL) e da una parte della minoranza (M5S e ex-Leghisti), con nessun voto contrario, indica la necessità di fuoriuscire dalla multiutility IREN e individua la forma di gestione in una azienda speciale di diritto pubblico.
Un risultato molto importante verso il rispetto dell'esito referendario e la volontà popolare che vuole l'acqua in mano pubblica. Un primo passo che premia il lavoro del Comitato Acqua Bene Comune reggiano e di tutto il movimento per l'acqua nel perseguire l'obiettivo della piena ripubblicizzazione dell'acqua.
Inoltre il fatto che il sindaco di Reggio Emilia Del Rio sia anche il Presidente dell'ANCI dovrebbe indicare agli altri comuni italiani qual è la strada giusta per tutelare l'acqua, garantire un bene comune e assicurare un servizio pubblico a tutti i cittadini.
Il comunicato completo è qui
Reggio Emilia, 18 dicembre 2012
Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua